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Efficacia del trattamento manipolativo osteopatico vs. trattamento craniale osteopatico nei disturbi temporo-manibolari: studio pilota

Efficacia del trattamento manipolativo osteopatico vs. trattamento craniale osteopatico nei disturbi temporo-manibolari: studio pilota

17/01/2020
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Efficacia del trattamento manipolativo osteopatico vs. trattamento craniale osteopatico nei disturbi temporo-manibolari: studio pilota

Commento all’articolo: Effectiveness of osteopathic manipulative treatment versus osteopathy in the cranial field in temporomandibular disorders – a pilot study. [Gesslbauer C., Vavti N., Keilani M., Mickel M., Crevenna R.]

Scarsa e controversa è la disponibilità di letteratura con evidenza che tratti a livello scientifico il rapporto tra disturbi temporo-mandibolari e osteopatia.I disturbi temporo-mandibolari (TMD) sono la seconda condizione muscolo-scheletrica che causa più frequentemente dolore, disabilità fisica e psicologica, determinando costi enormi.L’eziologia è multifattoriale:– fattori anatomici– macrotrauma o microtrauma da abitudini parafunzionali– fattori bio-psicosociali– fattori sistemici.


Tra i fattori di rischio, invece, sembrano esserci età, appartenenza culturale e sesso; basti pensare che l’incidenza è 1,5/2 volte superiore nelle donne (forse perché legato ad un aspetto ormonale).


Il dolore è il sintomo principale e si concentra sia nella zona articolare sia nelle regioni dei muscoli masticatori. Spesso si presentano limitazioni in apertura o in deviazione con dolori o anomalie posturali con mal di testa, acufeni e otalgie.


Questi sintomi possono comportare disabilità fisiche e psicologiche significative e una riduzione della qualità della vita (QoL).Pertanto, una cooperazione interdisciplinare con diversi specialisti, come dentisti, specialisti ortopedici e fisiatri, sta diventando sempre più importante.


Esistono prove del fatto che la terapia fisica, l’utilizzo di ausili ortodontici, l’agopuntura, la terapia comportamentale e un po’di farmacoterapia possano essere efficaci per il trattamento di questo disturbo.Negli ultimi anni, anche il trattamento manipolativo osteopatico e il trattamento craniale osteopatico hanno ricevuto ampia attenzione per la risoluzione del dolore cronico.


Qual è stato dunque l’obiettivo di questo studio pilota?


Lo scopo di questo studio pilota èstato quello di valutare l’efficacia del trattamento manipolativo osteopatico e del trattamento craniale osteopatico nei disturbi temporo-mandibolari.In questo testo il trattamento manipolativo osteopatico è classificato come l’insieme di tecniche dirette, tecniche indirette e tecniche dirette-indirette. Mentre il trattamento craniale osteopatico sembra riguardare esclusivamente le tecniche craniche che agiscono sulla meccanica cranica, fluttuazione del liquor e le tecniche relative alle membrane a tensione reciproca.


Nel contesto della ricerca osteopatica, sono già presenti alcuni studi che hanno esaminato l’effetto positivo del trattamento manipolativo osteopatico e del trattamento craniale osteopatico sui sintomi del disturbo temporo-mandibolare, ma lo stato attuale degli studi, in particolare per il trattamento craniale osteopatico, è ancora scarsa e l’evidenza di entrambe le singole terapie nei pazienti con questo disturbo è limitata.


Dunque i ricercatori si sono posti come obiettivo quello di valutare gli effetti di uno e dell’altro su dolore soggettivo, sintomi di disfunzione dell’ATM e livello della qualità della vita(QoL) sui pazienti con disturbo temporo-mandibilare e confrontare gli effetti e le differenze tra il trattamento manipolativo osteopatico e il trattamento craniale osteopatico. I risultati di questo studio pilota dovrebbero essere utilizzati per valutare la fattibilità e identificare le modifiche necessarie per uno studio più ampio.


Il progetto


Sono state reclutate pazienti donne di età compresa tra i 18 e i 55 anni, alle quali è stata diagnosticato questo disturbo da un dentista o uno specialista per la chirurgia orale e maxillo-facciale.40 pazienti sono state poi randomizzate ma hanno completato lo studio solo 36 pazienti. Tra i criteri d’inclusione fondamentale la presenza di segni e sintomi di lunga durata (più di 3 mesi) di disturbi temporo-mandibolari (come para-funzione, limitazioni, deviazioni e/o dolore durante l’apertura della bocca, tensione muscolare e suoni articolari durante l’apertura della bocca).


Tutte le pazienti sono state valutate all’inizio e dopo cinque trattamenti dallo stesso fisiatra.È stato eseguito un esame clinico standardizzato del disturbo in entrambe le articolazioni. Questo test ha misurato la mobilità della mandibola e i sintomi della disfunzione dell’ATM (mobilità alterata, funzione alterata, funzione dolorosa, dolore muscolare, dolore dell’ATM) per determinare la gravità dell’ATM (Helkimo Index).


L’intensità del dolore soggettiva è stata misurata con la scala analogica visiva (VAS).I soggetti sono stati inoltre testati con un questionario all’inizio e alla fine dello studio per misurare le variazioni di QoL misurate utilizzando l’SF-36 Health Survey.Dopo l’esame clinico, i soggetti sono stati quindi assegnati in modo casuale in due gruppi:    


1.    Un gruppo di trattamento manipolativo osteopatico (20 pazienti di sesso femminile)    


2.    Un gruppo di trattamento craniale osteopatico (20 pazienti di sesso femminile).


Le donne  hanno ricevuto cinque trattamenti una volta alla settimana. Ogni trattamento è durato 30 minuti.Tutti i partecipanti sono stati trattati dallo stesso fisioterapista-osteopata e rivalutati poi dallo stesso fisiatra.


RisultatiVAS: I risultati hanno mostrato un miglioramento del 48% nel gruppo del trattamento osteopatico cranico e del 44% nel gruppo di trattamento manipolativo osteopatico.Helkimo Index: entrambi i gruppi hanno mostrato un miglioramento dopo cinque trattamenti nell’indice Helkimo. Tuttavia, i migliori risultati sono stati ottenuti nel gruppo del trattamento cranico mostrando un miglioramento significativamente maggiore tra l’inizio ed il primo trattamento. In questo gruppo il valore medio sull’indice Helkimo era 3,6 punti più basso dopo cinque trattamenti (firmato Wilcoxon -rank test: Z1⁄4 2.9, p1⁄40.003), nel gruppo di trattamento manipolativo osteopatico, il valore medio sull’indice Helkimo era inferiore di 2,4 punti dopo cinque trattamenti (test di grado firmato Wilcoxon: Z1⁄4 2,3 , p1⁄40.02). L’osteopatia nel gruppo del trattamento cranico ha mostrato un miglioramento del 41% e il gruppo di trattamento manipolativo osteopatico ha mostrato un miglioramento del 31%.


Questionario (SF-36): entrambi i gruppi hanno mostrato un risultato significativo dopo cinque trattamenti nella sottoscala “Dolore corporeo” (test di grado Wilcoxon firmato: gruppo di trattamento manipolativo osteopatico: Z1⁄4 2.0, p1⁄4 0,04, trattamento osteopatico cranico: Z1 ⁄4 2,7, p 1⁄40,007) .


Cosa emerge?


A conoscenza dell’autore, questo è il primo studio randomizzato che ha confrontato l’efficacia del trattamento manipolativo osteopatico e il trattamento craniale osteopatico in questo speciale tipo di disturbo.


VAS, l’Indice Helkimo e il questionario SF-36 hanno mostrato miglioramenti significativi in entrambi i gruppi dopo cinque trattamenti. I risultati di questo studio confermano i risultati di altri, che hanno studiato l’effetto del trattamento manipolativo osteopatico e trattamento craniale osteopatico sul dolore e la qualità della vita.Il potenziale beneficio del trattamento manipolativo osteopatico e dell’osteopatia cranio-sacrale per il trattamento delle sindromi dolorose è stato riportato in diversi studi ma è scarsamente compreso.


I limiti di questo studio pilota sono state le dimensioni ridotte del campione e la mancanza di un (terzo) gruppo placebo/controllo.Non sono stati inoltre condotti esami di follow-up. Pertanto, i risultati di questa popolazione di studio dovrebbero essere interpretati con cautela e non essere generalizzati.Tuttavia, i risultati positivi in entrambi i gruppi di trattamento dovrebbero incoraggiare ulteriori ricerche sul trattamento manipolativo osteopatico e il trattamento craniale osteopatico e sostenere l’importanza di una collaborazione interdisciplinare nei pazienti con disturbi temporo-mandibolari.

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